[15 Feb 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)
Il Lario, spesso noto anche più semplicemente come Lago di Como, è uno dei grandi laghi di Lombardia. La sua forma, ad ipsilon rovesciata, è iconica e famosa in tutto il mondo. Il lago può essere quindi suddiviso in tre rami: il Ramo Occidentale, che da Como risale verso Bellagio; il Ramo Orientale, che da Lecco risale verso Bellagio; il Ramo Settentrionale, che da Bellagio risale verso Colico. La penisola tra i due rami meridionali è chiamata Penisola Lariana o più comunemente Triangolo Lariano per via della sua forma triangolare e dei suoi tre vertici: Como, Bellagio e Lecco.
Il Triangolo Lariano, così denominato nel 1942 dal geologo Arturo Cozzaglio per la sua caratteristica forma a triangolo, è un territorio geograficamente delimitato su due lati dai rami meridionali del Lago di Como ed alla base dai laghi della Brianza (da ovest a est: Lago di Montorfano, Lago di Alserio, Lago di Pusiamo, Lago di Annone).
Il territorio è caratterizzato da rilievi montuosi prealpini, che culminano col Monte San Primo (1.686 metri). Il solco della Vallassina (o Valassina), entro cui scorre il primo tratto del fiume Lambro, intaglia trasversalmente il lato orientale, mentre la Dorsale Lariana, che corre ininterrotta da Como verso Bellagio, connota tutto il lato occidentale.
Se il Triangolo Lariano è quindi facilmente riconoscibile dal punto di vista morfologico, risulta oggi più complesso definirne i confini amministrativi: dal 1992 il territorio, un tempo unito, ricade infatti sotto l’amministrazione della Provincia di Como e della Provincia di Lecco. Tuttavia la Comunità Montana del Triangolo Lariano - che ha sede a Canzo - raggruppa solo i 31 comuni della Provincia di Como, ma non il Comune di Como né i 6 comuni ora alla Provincia di Lecco.
Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino
Grande Parte | Grande Sezione | Sezione | Sotto Sezione | Super Gruppo |
---|---|---|---|---|
Alpi Occidentali | Alpi Nord-occidentali | Prealpi Luganesi | Prealpi Comasche | Triangolo Lariano |
Nome | N° Montagne | M. più Alta | M. più Bassa | N° Cime |
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Gruppo del Palanzone | 6 | 1.436 m | 1.063 m | 37 |
Gruppo dei Corni di Canzo | 5 | 1.373 m | 667 m | 20 |
Gruppo del San Primo | 5 | 1.681 m | 966 m | 29 |
Una spina montuosa pressoché centrale solca il sistema da nord a sud culminando nelle cime del Monte San Primo (1.686m), Monte Palanzone (1.436m) e Monte Bollettone (1.373m). L'aspetto di queste cime è piuttosto dolce, il profilo morbido. In questo sistema montuoso si estende l'altopiano detto Piano del Tivano (975m), pianoro verdeggiante tra Zelbio e Somano.
Separati dai solchi della Vallassina e della Valbrona soni i Corni di Canzo (1.373m) ed il Monte Moregallo (1.276m), affacciati sulla propaggine sud del Lario Orientale. Qui l'aspetto delle montagne si fa più selvaggio e dirupato, la roccia trova spazio verticale per dare vita anche a grandi parti rocciose come la Parete Fasana sul Corno Centrale, la Parete Est sul Corno Occidentale o la Parete Nord del Moregallo. Ultimo rilievo meridionale fra i laghi di Garlate e di Annone è il Monte Barro (922m).
La conformazione rocciosa è prevalentemente calcarea, nella catena Boletto-Palanzone abbiamo Calcare di Moltrasio mentre nella zona dei Corni di Canzo e del Monte Moregallo abbiamo Dolomia Primaria. Sulle pendici del Monte Cornizzolo è ben visibile, per via delle cave, la presenza di Rosso Ammonitico Lombardo e Maiolica. Il ghiacciaio, con il suo antico passaggio, ha lasciato sul territorio un grande quantità di massi erratici sparsi un po' ovunque, spesso di importanti dimensioni: granito "ghiandone" e serpentinite proveninti prevalentemente dalla Val Masino.
Il clima delle montagne lariane è quello continentale della Lombardia notevolmente mitigato nell'escursione termica dalla massa delle acque lacuali: ne risulta un clima prevalentemente temperato ed umido. La piovosità era storicamente abbondante in Vallassina, negli ultimi anni si siano fatti sempre più frequenti, anche qui, lunghi periodi di siccità, soprattutto nei periodi autunnali. Anche la presenza della neve è cambiata negli ultimi anni. Un tempo era scarsa lungo la fascia rivierasca, ma abbondante sui versanti al sole della catena principale, spesso anche a bassa quota nella Vallassina. Nei versanti in ombra o nelle conche, per effetto del vento e dell'umidità, vi era meno abbondanza di neve ma una maggiore presenza di ghiaccio. Ora le precipitazione nevose durano al massimo qualche giorno e la neve resiste abbondate al suolo solo per fino all'arrivo delle prima giornata di sole ed il rialzo delle temperature. Il caldo estivo durante il giorno è spesso mitigato solo dai venti che, generati dalle dinamiche del lago, sono piuttosto regolari. Li elencherò qui brevemente:
I monti del Triangolo Lariano appartengono al Distretto Floristico Insubrico, esteso dal Lago di Garda a quello Maggiore. Sono un territorio con un clima eccezionalmente mite e temperato grazie la presenza di laghi prealpini, caratterizzato da abbondanti precipitazioni distribuite nel corso dell'anno (questo almeno fino alla fine del secolo scorso). Tutta l'area possiede una notevole ricchezza floristica poichè costituisce un felice punto di convergenza di flore di differenti origini, tipica dell'area alpina e della area submediterana. Queste ripetute migrazioni, avvenute soprattutto nei periodi interglaciali, hanno assicurato il perpetrarsi fino a noi di una variegata flora che trova tuttora condizioni confacenti come il cipresso, l'oleandro, il lauro, il leccio, il maggiociondolo, il corniolo, il nocciolo,l'ulivo e altri.
Nell'orizzonte delle latifoglie (500-800 m) la nota dominante è costituita, sulle pendici più ripide, rivolte a mezzogiorno, dal querceto, dai carpini e da noccioli e, nei terreni meno declivi e più freschi, dal castagneto (coltivato in passato per uso alimentare), mentre il piano montano inferiore (800-1000 m) è caratterizzato dalle faggete o dalle abetaie, talvolta in consorzio. Abeti, larici, pini mughi e qua e là il tasso sono invece presenti nel piano montano superiore che si spinge con i singoli individui fino a 1500-1600 metri. Oltre questa quota, visibile soprattutto sulle creste del Monte San Primo (1.681 m) e della Dorsale Lariana, gli arbusti piano piano spariscono e lasciando spazio ai prati ed al pascolo alpino. Nei canali è ancora presente l'ontano verde ma la vegetazione dominante è caratterizzata da numero rilevante di piante erbacee.
In automobile gli accessi al Triangolo Lariano sono essenzialmente quattro: le prime due strade corrono lungo le sponde orientale del ramo di Como (SP583 - Como Bellagio) e occidentale del ramo di Lecco (SP583 - Lecco Bellagio). La terza via, con direzione nettamente meridiana, taglia in due il triangolo, costeggiando nel primo tratto il Lago del Segrino (SP41 - Provinciale Vallassina). La quarta via risale dalla pianura Erbese costeggiando il Fiume Lambro (SP40 - Arosio Canzo). Per muoversi all'interno del Triangolo Lariano le strade principali sono invece fondamentalmente tre: la SP41 - Provinciale Vallassina che collega Canzo con Bellagio; la SP46 che da Asso, passando per Valbrona, permette di raggiungere la sponda orientale ad Oliveto Lario (Onno); la SP44 che sempre da Asso permette di raggiungere Sormano e scollinare la Dorsale Lariana scendendo a Zelbio e raggiungendo la sponda occidentale a Nesso.
In treno diverse linee ferroviarie lambiscono i margini meridionali del Triangolo Lariano permettendo di raggiungere i due capoluoghi: a Como abbiamo infatti la linea Como-Saronno-Milano e la linea Como-Chiasso-Milano, mentre a Lecco abbiamo la linea Milano-Tirano e la linea Lecco-Molteno-Monza-Milano. Esiste poi la linea Como-Molteno-Lecco che, con un numero molto limitato di corse e tempistiche molto lunghe, che collega tra loro Lecco e Como. La Linea ferroviaria più utilizzata per raggiungere la parte centrale del Triangolo Lariano è la Milano-Canzo-Asso che, passando per Erba, raggiunge Canzo ed Asso.
In autobus c'è la possibilità di appoggiarsi a diverse linee, servite soprattutto nei giorni feriali e negli orari scolastico-lavorativi. Lungo la costa occidentale abbiamo la linea Como-Nesso-Bellagio (ASF), lungo la costa orientale la linea Lecco-Bellagio (LeccoTrasporti). Tra Como e Lecco abbiamo la linea Como-Erba-Lecco (ASF) che attraversa buona parte dei paesi ai piedi delle montagne meridionali del Triangolo Lariano. Le linee Asso -Sormano (ASF) e Asso-Civenna-Bellagio (ASF) permettono di addentrasi nella parte centrale della penisola. Infine la linea Como-Nesso-Piano del Tivano (ASF) permette, in modo non certo rapido, di risalire la Valle del Noseè raggiungendo il Piano del Tivano dalla sponda occidentale del lago.
In battello, attivo soprattutto in estate, è possibile sfruttare la linea Lecco-Bellagio-Lecco e la linea Como-Bellagio-Como. Da Bellagio è poi attivo un servizio traghetto che collega Menaggio-Bellagio-Varenna.
La principale cartografia di riferimento è sicuramente la ”Carta dei Sentieri” realizzata dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano. La carta è gratuitamente disponibile presso la sede della Comunità Montana a Canzo. Al momento esistono due edizioni, quella “Verde” del 2006 e quella “Gialla” del 2013. La scala è 1:25000 (1 centimetro= 250 metri) ed il reticolato chilometrico è riferito al sistema di coordinate GAUSS - BOAGA. Le coordinate geografiche sono riportate a margine e si riferiscono al datum WGS84 per l’edizione “Gialla” (2013), al datum ED1950 per l’edizione “Verde” (2006). L'equidistanza tra le isoipse è di 25 metri. Questa è sicuramente una buona carta, a cui sono molto grato ed affezionato, ma è utile rimarcare come sia una “carta muta” (non riportata la sentieristica) per i territori esterni al Triangolo Lariano. Esiste, ma non è garantito resti fruibile nel futuro, la possibilità di scaricare la versione digitale direttamente dal sito della Comunità Montana: [Scarica Carta dei Sentieri]
Un’altra risorsa può essere la KOMPASS Carta N.91: Lago di Como / Lago di Lugano. La scala più grande, quindi meno dettagliata, è 1:50000 (1 centimetro= 500 metri). L’ultima edizione di cui ho nota risale al 2020 ed utilizza lo standard internazionale UTM (32T) WGS84. Ha il pregio di essere multilingua, di riportare la rete sentieristica anche al di fuori del triangolo lariano inserendosi in uno reticolo cartografico che, in modo omogeneo e standardizzato, descrive tutto l’arco alpino. Non è disponibile gratuitamente ma è facilmente acquistabile on-line.
NotaBene: le cartine temono l’acqua, sono complicate da ripiegare ma non hanno bisogno di batterie.... e non è cosa da sottovalutare. Ad un buon dispositivo GPS associate sempre una buona cartina fisica ed una nostalgica bussola!