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Sasso Malascarpa

  • Altitudine: 1.198 m

Descrizione

[28 Jun 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)

Il Sasso Malascarpa, rilievo roccioso situato al margine sud-orientale del Triangolo Lariano, tra i Corni di Canzo ed il Monte Cornizzolo, una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia. La sua importanza ambientale è stata riconosciuta anche dalla Regione Lombardia che nel 1985 lo ha dichiarato “Riserva Naturale parziale geomorfologica e paesistica”, affidandone la gestione all’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF).

Sasso Malascarpa

La Muraglia

La Muraglia

La parte sommitale del Sasso Malascarpa è costituita da vistosi affioramenti verticali di calcare bianco con un caratteristico aspetto “a blocchi” per la presenza di sistemi di fratture orizzontali e verticali perpendicolari tra loro, dovute all’azione chimica dell’acqua. Sulle bancature delle rocce orizzontali o in lieve pendenza invece l’azione delle acque ha determinato la formazione di solcature parallele, strette e profonde, dette “campi solcati” o “campi carreggiati”, perché il loro aspetto ricorda quello delle impronte lasciate sul terreno dalle ruote di un carro. La fisionomia di questi affioramenti è assolutamente naturale, ma la suggestione che crea è quella di una grande muraglia, di un ciclopico bastione edificato dall'uomo o da forze soprannaturali.

Conchiglie fossili

Cuori nella roccia

L’area del Sasso Malascarpa è caratterizzata da rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica, deformate da vistose pieghe con andamento est-ovest in seguito ai movimenti orogenetici che hanno portato al sollevamento delle Alpi. Questa origine è documentata dalla presenza di resti di organismi fossili, a volte facilmente visibili, come le conchiglie del Mollusco Bivalve Conchodon (dalla caratteristica sezione a forma di cuore), un tempo interpretate come impronte di zoccoli dei cavalli delle streghe che, secondo le dicerie popolari, usavano lanciarsi in diaboliche cavalcate su queste impervie pareti. Oggi questi fossili sono spesso chiamati "Cuori nella Roccia".

Etimologia

Secondo alcuni studiosi le tracce delle streghe, oltre che nei fossili un tempo ritenuti le impronte dei loro diabolici cavalli, si troverebbero anche nel nome dell’altura,“Sasso Malascarpa”, una storpiatura del nome dialettale “Sass de la mascarpa”, derivato dal longobardo “masca” ovvero “strega”. L’aspetto stesso del Sasso, simile ad una muraglia, avrebbe infatti suggerito l’intervento di qualche forza oscura per la sua costruzione. Il termine “mascarpa”, secondo altri autori, è invece da ricollegarsi alla produzione presso gli alpeggi locali della “mascherpa”, un tipico formaggio; anche in questo caso potrebbe essere evidente un intervento soprannaturale a cui gli antichi sarebbero ricorsi per spiegare il fenomeno, per loro incomprensibile, della cagliatura del latte.

Anni 60 del 1900

Il Sasso Malascarpa in una foto anni '60

Nell'archivio di mio nonno, Luigi Paredi di Canzo, ho ritrovato delle vecchie foto in bianco e nero degli anni '60. Tra queste anche un'immagine del Sasso Malascarpa scattata dalla vicina cima del Monte Prasanto. L'inquadratura, molto simile a quelle comunemente realizzate oggi, permette un'interessante confronto storico. Appare subito evidente, ma questo valeva per tutti pascoli in quota, che il limite del bosco era molto più basso e che la vegetazione era decisamente molto più ridotta.

Anni 20 del 2000

Scatto del 2020 che mostra il Malascarpa ed i Corni di Canzo

Questo scatto del 2020 ci permette un interessante confronto con quello realizzato nel 1960. Il campo visivo, molto più ampio, ci permette anche di meglio inquadrare la posizione del Sasso Malascarpa nella Penisola Lariana.

Come arrivare

Per raggiungere il Sasso Malascarpa è possibile partire dalla località Gajum di Canzo (485 m) e proseguire lungo il fondovalle del torrente Ravella percorrendo il Sentiero Geologico (segnavia n.2, interessante percorso attrezzato allestito agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso dal Gruppo Naturalistico della Brianza per far conoscere alcuni dei più interessanti aspetti geologici del Triangolo Lariano) attraverso la Foresta Regionale Corni di Canzo”, oppure lungo la mulattiera che, sempre da Gajum, passa da Prim’Alpe (718m) e dai ruderi di Second’Alpe (785 m), fino al Rifugio Terz’Alpe (792m; ore 1,10 in entrambi i casi). Da qui si risale, tra i pascoli, fino alla Colma di Ravella (997 m; ore 0,30; 1,40; segnavia n.4), e quindi, piegando sulla destra si raggiunge il Sasso Malascarpa (1198 m; ore 0,45; 2,25; segnavia n.3). Questo tratto sarà attrezzato a cura di ERSAF con alcuni pannelli didattici per illustrare la geologia e la geomorfologia della zona.

Posizione e cartografia

OpenStreetMap - Sasso Malascarpa

Monte Prasanto

Il Monte Prasanto è una bella ed interessante montagna che molto spesso viene confusa per il suo vicino, poco più alto, il Monte Rai. Questo perché appena sotto la cima del Prasanto si innalza la ben visibile torre di telecomunicazioni. Il fatto che ci sia l’antennone della televisione porta curiosamente un ampio numero di persone a credere sia il Monte RAI. Superato questo fraintendimento la cima del Prasanto offre un piacevole prato sommitale, un buon panorama e numerosi punti di interesse. A breve distanza si può infatti visitare il Sasso Malascarpa: cuore dell’omonima riserva naturale è un interessante formazione geologica in cui è possibile osservare con grande facilità numerosi fossili.

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