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Grotta Guglielmo

  • Altitudine: 1.290 m

Descrizione

[15 May 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)

La Grotta Guglielmo si trova sul versante nord-occidentale del Monte Palanzone, lungo la cresta che discende verso la Bocchetta di Nesso. L'ingresso della grotta, oggi protetto da una grata, è ben visibile dal sentiero che dalla Bocchetta di Nesso discente al Rifugio Riella. Il nome della grotta rimanda al suo primo esploratore, Guglielmo Bressi nel 1898.

Grotta Guglielmo

Grotta Guglielmo

Elenco sezioni tematiche:

Storia e ingresso

Già citata da Carlo Amoretti nel 1785, la grotta è stata discesa per la prima volta nel 1898 da Guglielmo Bressi sino all’orlo del secondo pozzo. Solo nel 1952 il Gruppo Grotte Debeiyak di Trieste riuscì a raggiungerne il fondo. Da allora la grotta è stata più volte discesa. Nel 1986 una disostruzione operata dal Gruppo Grotte Novara CAI riusciva a forzare un ramo affluente a – 350 permettendo la congiunzione con il vicino abisso del monte Bul.

La grotta è costituita da una successione di gallerie piuttosto brevi, intervallate da pozzi di media profondità (massimo 50 m.). Inizia con un pozzo di 30 m. seguito da un pozzo 10 e da un 16 ed una breve galleria che conduce alla sommità del pozzo 48; discesolo, ci si trova di fronte ad altri 4 pozzi; un'altra galleria orizzontale, ad un pozzo di 40 metri, ad altri 3 pozzi fino alla sommità dell'ultimo pozzo di 30 m.; sotto di esso, una galleria ben concrezionata si arresta in frana dopo 200 metri filtrando l'acqua che percorre tutta la grotta che a seguito di partecipazioni, aumenta notevolmente rendendo estremamente pericolosa la progressione sui pozzi. Fin dall'ingresso l'esplorazione è riservata ai soli speleologi esperti.

Nel 1988 si è proceduto in collaborazione con i Gruppi Speleologici di Novara, Biella, Varese, GG Milano, S.C. Protei Milano, con la Comunità Montana Triangolo Lariano ed il Gruppo Naturalistico della Brianza alla totale pulizia della grotta; soprattutto alla base del Primo pozzo letteralmente divenuto una discarica di rifiuti ogni genere, gettati dai numerosi escursionisti dall'ingresso. Ora, con la grata posta sul cancello, si spera di riuscire a fermare il diffuso malcostume di liberarsi dei rifiuti in questo modo incivile; oltretutto, le popolazioni rivierasche attingono acqua per uso civile dalle risorgenti di questa ed altre grotte della zona.

Incidente 1965

La Grotta Guglielmo è stata per lungo tempo chiamata nell'ambiente speleologico "La Terribile". Negli anni '60 era infatti considerata la sesta grotta d'Italia per profondità e difficoltà d'accesso. Nel 1952 il Gruppo Grotte Debeiyak di Trieste - gruppo tra i migliori in Italia - aveva raggiunto il fondo, altri gruppo importanti avevano raggiunto il fondo ma, per comprendere la difficoltà, basti pensare che fino al 1976 nessun gruppo speleo comasco aveva avuto successo in una simile discesa.

Nel 1965 Danilo Mazza e Mario Piatti tentarono una nuova discesa al fondo. Danilo Mazza, di anni 36, residente a Milano e primatista mondiale di profondità, era già sceso parecchie volte nella Grotta Guglielmo e conosceva le difficoltà e le asperità della discesa come pure della salita. Mario Piatti, di anni 23 di Cinisello Balsamo, aveva già tentato due volte senza successo. Il 10 Agosto 1965 i due hanno raggiunto il fondo ma, durante la risalita, Mario Piatti è precipitato in uno dei pozzi. Danilo Mazza riuscì a raggiungere l'uscita, scendendo poi a valle per allertare i soccorsi che, il giorno successivo, non hanno potuto altro che costatare la morte di Piatti iniziando le manovre di recupero. L'incidente suscitò grande clamore all'epoca accrescendo la nomea de "La terribile".

La punta del 1976

Contemporaneamente alle fasi di fondazione dello Speleo Club in seno all'allora sottosezione del CAI Erba, i componenti del Gruppo Speleologico Comasco (GSC) stavano organizzando una spedizione in Guglielmo per celebrare i 100 anni di fondazione della sezione del CAI di cui facevano parte. Il loro obiettivo dichiarato era fare in modo che gli speleologi lariani raggiungessero finalmente il fondo dell'abisso. Questo infatti era stato toccato per la prima volta nel 1953 dagli speleologi triestini e successivamente da altri gruppi speleologici ma mai una spedizione organizzata dal GSC aveva avuto buon esito. Alla punta, che avvenne con successo nel Febbraio del 1976, parteciparono anche - fino al fondo - i fondatori dello SCE: Marco Bomman e Enrico Hartung De Hartungen.

Posizione e cartografia

OpenStreetMap - Grotta Guglielmo

Monte Palanzone

Il Monte Palanzone è rilievo montuoso posto nella parte centro-occidentale del Triangolo Lariano, in particolare è la terza - da Ovest - tra le cime principali che compongono la lunga cresta della Dorsale Lariana Como-Bellagio. Nel Triangolo Lariano il Monte Palanzone, con i suoi 1.238 metri di quota, è per altitudine il secondo dopo il Monte San Primo ed è il terzo per estensione, con circa 20 km², dopo il Monte San Primo ed il Monte Boletto. Sulla cima del Monte Palanzone si trova poi l’iconica e riconoscibilissima Cappella del Redentore, la grande struttura piramidale ben visibile anche a grande distanza.

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