[04 May 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)
La Menaresta è la sorgente del Fiume Lambro, uno dei corsi d'acqua principali sia del Triangolo Lariano che della Brianza. La sorgente si trova nei pressi del Piano Rancio, nella valle tra il Monte Ponciv ed il Monte Corbera a monte dell'abitato di Magreglio. La zona circostante alla sorgente, densa di punti di interesse naturali (grotte, massi erratici, cascate e punti panoramici), è oggi ben curata ed inserita in una rete di escursioni adatte anche ai neofiti. La via d'accesso più semplice alla sorgente è dall'alto, dal Piano Rancio, mentre dai Castagneti di Magreglio è possibile farlo risalendo il piacevole e semplice sentiero lungo il fiume.
Alla sorgente il fiume Lambro è poco più di un esile filo d’acqua che sgorga tra due lastroni rocciosi inclinati. Il nome, “Mena-resta”, rispecchia la sua caratteristica più curiosa: ha infatti una portata pressoché continua per tutto il corso dell’anno, ma ad un attento esame mostra un andamento intermittente dove, a periodi in cui il flusso è più modesto, fanno seguito momenti di sensibile incremento. Tale peculiarità è legata alla combinazione di due fattori: la natura carbonatica delle rocce presenti della zona, soggette a fenomeni carsici superficiali e sotterranei e la presenza di una faglia - cioè di una discontinuità nella regolare successione delle formazioni rocciose - che determina l’accumulo di acqua nel sottosuolo. Le variazioni di portata della sorgente Menaresta sono quindi determinate dalla presenza di una cavità carsica sotterranea nella roccia dolomitica, collegata all'esterno per mezzo di un condotto a forma di sifone rovesciato. In questo vano, che funge da serbatoio, si raccoglie l'acqua circolante nella roccia circostante, molto permeabile, attraverso delle fessure di alimentazione. Quando il livello d’acqua nel serbatoio raggiunge il livello corrispondente al gomito A del sifone, la sorgente incomincia ad incrementare gli apporti sino a che il livello dell’acqua nel serbatoio scende al livello B. Da questo istante la sorgente riduce la portata sino a che le fessure di alimentazione non hanno riempito nuovamente il serbatoio al di sopra del livello A. Per continuare a fornire acqua anche durante la fase di ricarica, è probabile che nel ramo discendente del sifone vi siano alcune fessure che alimentano perennemente la sorgente. Le sorgenti di questo tipo non sono infrequenti nella nostra regione, basti pensare alla “Pliniana” nei pressi di Torno, che presenta tre riduzioni di portata, anche se non molto regolari, nell’ambito di 12 ore d’osservazione.
Il fiume Lambro percorre 130 chilometri dalla sorgente della Menaresta, a Magreglio, prima di sfociare nel fiume Po a Orio Litta, comune della provincia di Lodi. Il Lambro è il principale corso d'acqua del Triangolo Lariano e caratterizza la Vallassina e la Piana di Erba. Attraversa i comuni di Magreglio, Barni, Asso, Canzo, Caslino d'Erba, Ponte Lambro ed Erba prima di gettarsi Lago di Pusiano. Nonostante la sua fama di fiume "inquinato", in questa sua porzione lariana il Lambro riesce a conservare ancora buona parte della sua bellezza naturale. La zona di Magreglio, con le sue cascate, e quella di Asso, con il suo orrido, sono tratti di fiume davvero suggestivi.
Sulla fonte del Lambro esiste una suggestiva leggenda popolare. La tradizione vuole che durante l'epoca Longobarda, la Brianza fosse stata colpita da un'improvvisa ondata di caldo intenso, che avrebbe dissecato anche il fiume Lambro e tutti gli altri ruscelli, provocando uno stato di grande calamità per il popolo. Pian piano si fece strada tra la gente l'idea che questo flagello fosse stato mandato da Dio come punizione dell'eresia del re Autari, di confessione ariana. La regina Teodolinda, che invece era cristiana, soffriva molto sia per il marito che per il suo popolo, e per questo innalzava ogni giorno preghiere a Dio. Vedendo la sua profonda pena, il re le promise che se il suo Dio avesse riportato le acque nel Lambro, si sarebbe convertito al Cristianesimo. Teodolinda chiese aiuto ad Eriprando, un pio eremita che abitava le boscose selve della Val Ravella. Il santo uomo si mise subito in cammino risalendo il corso inaridito del fiume, alla ricerca delle sorgenti, quando, d'improvviso, gli apparve un misterioso cacciatore con arco e frecce. Alla domanda di Eriprando se sapesse dove fossero le sorgenti, il cacciatore prese dalla faretra una freccia e la scoccó. Il dardo andò a conficcarsi in un punto del terreno, alla base di un masso affondato nella terra, facendo scaturire l'acqua tanto attesa. Il Lambro tornò i nuovo a vivere, e, con le sue acque, tornarono al popolo pace e serenità. E il re Autari, obbediente al suo voto, si convertì al cristianesimo per la grande gioia di Teodolinda.
Per raggiungere la Menaresta le possibilità sono principalmente due: da Piano Rancio, dai Castagneti di Magreglio. Da Piano Rancio il percorso è tanto breve quanto elementare. La segnaletica, nei pressi del parcheggio e del Campo Avventura, sono chiari e semplici da seguire. Il tracciato è ampio e, per quanto sterrato non presenta particolari difficoltà. Dai Castagneti di Magreglio si può risalire una comoda mulattiera oppure percorrere il sentiero, di tipo E (Escursionistico), che segue il fiume permettendo di ammirarne le cascate e la natura circostante. Anche in questo caso il percorso è ben segnalato e corredato di pannelli didattici. Tutta l'area è frequentata spesso da scolaresche e bambini in gita. Con la dovuta attenzione, gli itinerari sono adatti a tutti. In caso di disabilità o difficoltà motorie, tenendo sempre presente la tipologia di terreno ed ambiente, si suggerisce l'accesso dall'alto, da Piano Rancio.
Il Monte Corbera sovrasta da nord l’abitato di Magreglio ed è ben riconoscibile dalla croce in sasso che caratterizza il suo belvedere, spesso chiamata anche Croce di Monte Dalco. Sulle sue pendici meridionali scorre il Fiume Lambro che, a valle di Piano Rancio, ha la sua sorgente nella famosa Menaresta. A livello escursionistico il Monte Corbera si inserisce nei numerosi itinerari che coinvolgono l’intorno di Pian Rancio, della Menaresta, delle grotte carsiche del Buco della Pecora. Il panorama dalla croce offre un suggestivo scorcio sulle Gruppo dei Corni di Canzo, sul ramo orientale del lago, sul Gruppo delle Grigne.
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