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El Fö di Barni

  • Altitudine: 1.080 m

Descrizione

[16 May 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)

"El Fö" di Barni era un monumentale faggio pluricentenario che, fino al 1926, dominava dall'alto l'abitato di Barni caratterizzandone anche l'araldica comunale. Cresciuto sulla cima dello sperone roccioso Doss del Fòò - o anche Dosso di Prada - è stato abbattuto dopo che un tromba d'aria lo aveva sradicato.

El Fö di Barni

La storia del Fö di Barni

12 Maggio 1926: Barni, “El Fö”, il grande plurisecolare faggio sul Dosso di Prada, a 1.027 metri di altezza, è stato atterrato per sempre dal vento. Il tronco, alla base, aveva una circonferenza di oltre 10 metri e le fronde si stendevano per quasi 40 metri. Sotto i rami potevano trovare riparo sino a 100 capi di bestiame. La fine del Fö inizia sette anni prima, nel 1919, quando un’erosione del tronco va approfondendosi e peggiorando e, soprattutto, quando viene acceso un fuoco nella cavità da parte di alcuni sfaccendati. Quanti secoli di vita aveva il faggio? Stando ai racconti non meno di tre ma, forse, ancora di più secondo quanto scrive Renzo Fioroni su “Il Ghisallo- ElGùsall” nel numero di novembre-dicembre del 1977: “Ma poteva averne anche tanti altri poiché il suo tronco eroso non ha potuto dirci la verità”. I racconti popolari parlano di sabba sotto le fronde del Fö. Il Fioroni, testimone oculare della fine del faggio, precisa che non é una folgore ad abbatterlo, come sostenuto erroneamente dal Gaggiotti e dal Mosconi. Venti molto forti feriscono la pianta tra il ’23 e il ’24 e si arriva alla fine descritta, con trasporto, dallo stesso Fioroni: “Oramai la sua chioma ancora rigogliosa era un peso eccessivo per quel tronco incavato che scricchiolò per alcuni anni alla Breva pomeridiana, segno funesto dell’agonia. Il 12 maggio del 1926 un Aquilone non più forte di tant’altri ai quali era rimasto indifferente per secoli atterrò il grande ramo di sud riducendo il colosso a metà della sua consistenza …. Qualche mese di poi uno di quei turbini che provenienti dalla Brianza risalgono talvolta la Vallassina precedendo i temporali, abbatté il ramo nord. Sul poggio non restò che il grande ceppo Ancorato al terreno da un possente intarsio di nodose radici contornato tutt’intorno dalla colossale ramaglia il cui volume faceva pensare all’abbattimento di numerose piante”. Così non resta che procedere al taglio; l’Amministrazione comunale, nell’autunno dello stesso anno, lo affida a Filippo Belgeri che con i tre figli, risalito il Dosso di Prada, provvede a tagliare il faggio trasportando a valle il legname agganciandolo al filo di un palorcio che termina la corsa alla cappellina di Scengher e da qui sino alla riva sinistra del Lambro dove sorgerà la casa di Bruna Bonacina. Il legname servirà per mesi i camini di tutta Barni. Il legame tra Fö e comunità barniense è stato così intenso che il cavalier Camillo Ghisi, autore degli stemmi gentilizi di Lasnigo e Magreglio, inserisce per Barni il faggio a fianco del castello e delle armi gentilizie degli Sfondrati, baroni della Vallassina. Secondo lo stesso Ghisi, socio del Cai, in una dichiarazione rilasciata alla Civica Xiloteca Cormio di Milano: “Il faggio che trovasi nel paesetto di Barni in Vallassina era visibile a occhio nudo dai nostri ex bastioni di Porta Venezia.”

Fonte: Paolo Ceruti  "ALMANACCO STORICO DELLA VALLASSINA" (12 maggio 2022).

Posizione e cartografia

OpenStreetMap - El Fö di Barni

Doss del Fòò

Il Doss Del Fòò, conosciuto anche come Dosso di Prada, è una cima minore sul fianco Nord-Est del Monte Gerbal. Si presente come una semplice radura erbosa che emerge dal bosco offrendo un interessante punto di osservazione sul vicino Monte Ponciv e sulla Piana di Barni e Magreglio. Si può raggiungere questa cima percorrendo il ripido sentiero che da Barni risale alla Bocchetta di Spessola.

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