[28 Apr 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)
Il Sasso delle Onde è un'alta parete calcarea ben visibile lungo il Sentiero della Dara, la mulattiera che dall'Eremo di San Salvatore risale alla Croce Pessina. La parete, che è alta un sessantina di metri nella parte più alta, è caratterizzata da ben evidenti "torsioni" degli strati calcarei la cui somiglianza alle onde ha suggerito questo recente toponimo. Ai piedi della parete è posta una lapide del 1949 a testimonianza di come la parete, così come tutte le altre strutture rocciose della zona, fossero state esplorate dall'alpinismo classico. Nel 2022 la parete è stata riattrezzata in chiave sportiva ed ora sono presenti diverse vie di salita protette a fix e catene.
Chi mi conosce sa che non sono un grande fan dei "Rocciodromi", specie quando l'approccio sportivo rischia di sbiadire la storia ed il vissuto di una parete. Sono inoltre preoccupato di come il dilagare delle falesie sportive stia ormai saturando ogni spazio: credo che ormai non vi sia più una parete, tanto nella Valle Bova quanto sui fianchi del Monte Puscio, che non sia stata interamente sforacchiata con il trapano. Tuttavia questa parete ha suscitato in me sentimenti piuttosto contrastanti. Nel 2019 avevo avuto modo di osservarla insieme ad I.G. durante una semplice passeggiata autunnale: non abbiamo arrampicato quel giorno ma avevamo studiato dal basso le possibili vie classiche. Ricordo di essere rimasto colpito tanto dalla lapide del 49 quanto dalle "onde". Poi, come spesso capita, non avevo più avuto occasione di tentar nulla. Qualche mese fa ci sono tornato, incuriosito dalle voci della nuova falesia. Come ho detto non sono un fan dei "Rocciodromi" o delle vie aperte con il trapano, tuttavia - forse complice la bella giornata di sole e la solitudine del momento - non ho avuto la sensazione che la parete fosse stata "invasa". Le vie sono molte, ma non ammassate in linee forzate. La base della parete è stata ripulita ma non massacrata come spesso accade, anzi, ne traspare cura ed attenzione. I nomi delle vie, scritti a vernice rossa alla base, rimandano ad altri alpinisti che sono venuti a mancare negli ultimi anni. La mia consueta irritazione ha quindi lasciato spazio a sensazioni diverse, forse coadiuvate dalla quiete del momento. Da quanto ho potuto vedere - e leggere sui vari social - la chiodatura è completa, così come la bonifica della parete. Non credo siano disponibili diagrammi delle linee di salita, credo - a spanne - che le linee di salita possano oscillare tra il 4c (lungo le linee più logiche) fino al 6c/7a per quelle più impegnative. Da quello che ho potuto leggere la chiodatura è stata realizzata da Alessandro Ronchi e Roberto Lainati, dopo i lunghi mesi di lockdown per la pandemia. Il mio sincero augurio è che, nonostante l'approccio sportivo, i fix, le catene e compagnia bella, quella parete possa conservare e trasmettere la sensazione di quiete e serenità che ho sperimentato osservandola dal basso.
Infissa alla base della parete vi è una lapide in marmo, con tanto di foto, dedicata a Molteni Camillo, nato ad Albese ne 1928 e morto 1949. Al momento non altre informazioni e non c'è conferma o indicazione abbia perso la vita arrampicando e nello specifico su quella parete. Tuttavia, tenendo presente l'epoca e le consuetudini, è molto probabile che ci sia una connessione. Anche i nomi delle nuove vie sportive di arrampicata sembrano dedicate ad alpinisti venuti a mancare. Credo, ma cercherò conferma, che Lassù Arrampico "Ciao Renzo" si riferisca a Renzo Giovio, giovane istruttore del Cai Cantù che ha perso la vita sulla Cassin al Gruppo della Concarena nell'Agosto 2019. Un altra dedica che è facilmente riconoscibile è "Ivo Mozzanica", Guida Alpina, mancato nei giorni della pandemia.
Per raggiungere il Sasso delle Onde ci sono diversi itinerari. Il più semplice da seguire è quello che, partendo dall'Eremo di San Salvatore, risale il Sentiero della Dara, una mulattiera che porta dall'Eremo alla Croce Pessina passando ai piedi del Sasso d'Erba (Sviluppo 1.30km, dislivello 258m). In alternativa, sempre dall'Eremo, ci sono diverse "scorciatoie" che permettono di rendere più diretto l'avvicinamento, l'importante è raggiungere la località Panigáá e quindi riprendere il Sentiero della Dara (evitando quindi i sentieri che, allungandosi verso est, portano al Sass Tavarac o a Caslino d'Erba).
Il Monte Panigas è un rilievo lungo il crinale del Monte Puscio che, stretto ad Ovest dalla Valle Bova e ad Est dalla Valle del Lambro, si abbassa verso sud, verso l’Eremo di San Salvatore e Crevenna, frazione di Erba. La sua reale sommità è anonima ed avvolta nel bosco, ma spesso vi si fa riferimento alla cima riferendosi alla Croce Pessina, un’alta croce in metallo su cui è raffigurata la silhouette del Cristo e numerosi altri simboli religiosi, che si trova a brevissima distanza ed in posizione panoramica. Accanto alla croce abbiamo poi una curiosa scultura in pietra che svolge funzione di altare: una mano aperta che sorregge un libro.
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