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Passo della Vacca

  • Altitudine: 1.230 m

Descrizione

[28 Mar 2023] - Testo di Davide Valsecchi, AMM Collegio Guide Alpine Lombardia (IUMLA)

Lungo la cresta sommitale del Corno Occidentale dei Corni di Canzo vi è un frattura, verticale sul Camino Gandin, che prende il nome di Passo della Vacca. La spaccatura crea una profonda interruzione nel filo di cresta, tant'è che è necessario abbassarsi sulle rocce del versante settentrionale per poter proseguire. Oltre a questo, al di sotto della spaccatura, si è formata una cavità passante che attraversa di fatto il Corno Occidentale. Quando il sole è basso e si avvicina il tramonto è infatti possibile osservare, tipicamente dalla piana di Valbrona, un punto luminoso sul Corno più alto: quel punto luminoso è il sole che attraversa la grotta del Passo della Vacca.

Passo della Vacca

Passo della Vacca

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Grotta del Passo della Vacca

La grotta passante del Passo della Vacca

Per essere inserita nel Catasto delle Grotte una cavità deve avere per lo meno cinque metri di sviluppo. Nel caso del Passo della Vacca siamo ai limiti della regola dei cinque metri, tuttavia la particolarità di questa cavità non può che suscitare interesse e suggestione. Sul versante settentrionale si affaccia su un canale erboso abbastanza semplice da risalire, tant'è che spesso la grotta si trasforma in riparo per animali. Su versante meridionale si affaccia invece sul Camino Gandin, un salto verticale che supera gli ottanta metri. Giovanni Gandin era una famosa Guida Alpina delle Grigne, che ricevette la propria qualifica da due Guide Alpine delle Dolomiti durante una complessa operazione di recupero sulla Parete Fasana al Pizzo della Pieve (Grignone). Il 15 Settembre del 1934 insieme ad Enrico Pozzi compì la prima salita "direttissima alla parete sud" superando il lungo camino erboso che oggi porta il suo nome. All'interno della grotta del passo della Vacca, naturale punto d'uscita del camino, si possono osservare infatti diversi vecchi chiodi e fittoni usati per la sosta finale. Queste soste probabilmente risalgono alle successive ripetizioni, ripetizioni di cui tuttavia non vi è traccia o cronaca recente.

Una volta nella grotta, sebbene vi sia la tentazione, è poco opportuno sporgersi sul versante meridionale per osservare il salto roccioso sottostante.

Incidenti

La cresta del Passo della Vacca

Il Passo della Vacca è un punto piuttosto particolare della Cresta del Corno Occidentale. Quando nevica, soprattutto a fine inverno, la cresta è particolarmente suggestiva da percorrere con la neve: un itinerario di tipo alpinistico non banale, con diversi punti esposti e tecnici. Tuttavia quello che vorrei riportare qui è come il passo della vacca sia il punto della cresta in cui mi sia capitato più spesso di incontrare Verglass: vi è infatti un breve passaggio obbligato in discesa, un metro e mezzo al massimo, in cui per il sommarsi di fattori differenti (esposizione al vento, ombra, ecc) si forma un sottile strato di ghiaccio sulla roccia liscia che rende decisamente impegnativo il movimento. Ovviamente, per la legge di Murphy, questa difficoltà - atipica per il resto della cresta - si trova nel punto più esposto di tutta la cresta.

Se durante l'inverno è da considerarsi un punto critico anche durante l'estate non va sottovalutato. Sebbene la Cresta sia un itinerario di tipo EE (escursionisti esperti) in quel punto è necessario "far ballare l'occhio" e non sbagliare perchè, mal leggendo il percorso, ci si può ritrovare sullo sperone a più di ottanta metri dal sottostante vallone.

Nel Settembre 2014 un escursionista, dopo aver risalito con successo la ferrate del Venticinquennale munito di ogni presidio tecnico, ha affrontato la cresta per raggiungere la cima. Giunto al passo della Vacca, complice la stanchezza, un improprio rilassamento (la cima è vicinissima) o la semplice sfortuna, è precipitato verso un'inevitabile quanto immediata tragica conclusione. Il passaggio, anche mentale, tra la progressione in ferrata ed in cresta non va sottovaluto: in ferrata, sebbene con fattore due, si procede "protetti", in cresta, se non si è in conserva, non si ha nessuna protezione se non la solidità del proprio passo e delle proprie scelte.

Mi raccomando qundi, prudenza e "grano salis" sulla cresta e nel caminetto: ciò che vi raccontano come "facile" può risultare "mortale" quando la sorta gira male.

Il Salto

La cresta del Passo della Vacca vista dell'alto

Vi è un racconto di Mirella Tenderini, pubblicato su "L'isola Senza Nome" del 2005, in cui si narrano le vicende romantiche di due giovani milanesi, l'Aldina e il Richetto, che in compagnia di amici salgono in cima ai Corni di Canzo. Passaggio "catartico" della storia è proprio il Passo della Vacca dove i ragazzi, seguendo quella che era consuetudine dell'epoca, compiono "il salto": "...Ah sì, il Passo della Vacca, ne parlavano sempre i fratelli. Era un salto da fare per superare una spaccatura profonda, e per loro era un giochino, dicevano, ma, dicevano, intere comitive si bloccavano lì quando c'era qualche signorina, perchè le ragazze non c'era verso si decidessero a saltare, per timidezza o inettitudine". Nel racconto la nostra Aldina, in un tripudio di sottane al vento dopo un bacio di Richetto, riesce a saltare il passo della Vacca. Bene, io di cose pericolose ai Corni di Canzo ne ho fatte parecchie, spesso oltre quanto sarebbe stato opportuno, ma se sono qui a raccontarvela è anche perchè "il salto della vacca" non l'ho mai tentato. Quando da adolescente praticavo Judo ero in grado di saltare con una capriola sei o sette persone sdraiate di traverso: a modo mio posso vantare una certa esperienza in "atipici salti in lungo". Studiando il passo della vacca però non ho trovato spazio per compiere un simile tentativo: oltre alla distanza è il punto di atterraggio, in entrambi i sensi, ad esser davvero ostico. Anche riuscendo a chiudere il salto basterebbe davvero poco per perdere l'equilibrio e precipitare senza appello per oltre ottanta metri: non è fattibile. Accettando la sconfitta ho cercato informazioni tra i "vecchi": nessuno di loro ha però mai fatto il salto nè conosce qualcuno in vita che l'abbia fatto, molto probabilmente la fisionomia del passo, e della spaccatura, è mutata dagli inizi del 1900. Probabilmente un tempo, per quanto impressionante, la spaccatura era di molto più piccola rispetto a quanto lo sia oggi.

Con molta serenità direi che nel 2023 possiamo archiviare "Il salto del Passo della Vacca" tra i miti e le leggende.

Posizione e cartografia

OpenStreetMap - Passo della Vacca

Corno Occidentale di Canzo

Il Corno Occidentale con i suoi 1.373 metri è il più alto tra i Corni di Canzo: una struttura rocciosa che si innalza lungo la sommità del crinale che separa la Valle Ravella dalla Valbrona, il versante sud dal versante nord. Come suggerisce il nome tra i tre corni è quello posto più ad ovest. I suoi quattro versanti sono tutti molto rocciosi, il versante sud è quello con una maggiore prominenza e le maggiori difficoltà di salita, tutte di tipo alpinistico. Dal versante Ovest abbiamo la possibilità di risalire lungo la Ferrata del Venticinquennale, impegnativo itinerario di tipo EEA, oppure lungo la Cresta Ovest ed il Passo della Vacca, un itinerario di tipo EE con alcuni passaggi significativamente esposti.

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Versioning: Pagina creata il 23-03-2023 , ultimo aggiornamento effettuato il 28-03-2023.